Su corru ‘e boe in Tumbu di Piero Marras

ISTRALES da TUMBU
di Piero Marras

Corru ‘e boe: Maurizio Puxeddu 

Nel 1994/95 ricevo una telefonata di Piero Marras. Erano anni nei quali svolgevo intensa attività di divulgazione nelle scuole e nei comuni della Sardegna con la mostra/conferenza di strumenti tradizionali sardi e del Mediterraneo denominata “AMMENTOS DE SONOS – Mostra sonora itinerante di strumenti musicali sardi”. Piero mi chiede di partecipare con gli strumenti tradizionali sardi alla registrazione di qualche suono per il suo prossimo lavoro discografico. Porto gli strumenti, una piccola rappresentanza, nello studio di registrazione a Sassari e Piero vedendo il corno di bue, su corru ‘e boe, sceglie di inserirlo come primo suono dell’album TUMBU nella traccia ISTRALES. Ecco la traccia.

Is launeddas

Quando si rientra in Sardegna dopo anni di lontananza dall’isola si hanno comprensibili emozioni e fortissime sensazioni. Ogni sardo sa cosa vuol dire, al proprio rientro, risentire i profumi selvaggi della propria terra, sa come ci si sente ad osservare gli spazi aperti e naturali, non recintati (la scelta è ampia, tra mare, monti, colline, laghi, fiumi), tutti fruibili a pochi Km dai centri cittadini o paesani. Per non parlare della gastronomia, della gente, degli usi e costumi, della cultura molto radicata e sentita dai sardi, della musica.

In occasione di una mia recente visita in Sardegna, grazie ai miei trascorsi da divulgatore, musicista e compositore, sono stato invitato dall’Associazione ISCANDULA a tenere una conferenza sulle launeddas, sul ricercatore danese W.F.A.Bentzon che nel 1969 ha pubblicato THE LAUNEDDAS, opera in due volumi, derivante dalle sue ricerche sullo strumento autocnono isolano, tra il ’56 ed il ’69. La relativa proiezione del film documentario “IS LAUNEDDAS – La musica dei sardi” di Fiorenzo Serra, prodotto da Dante Olianas, composto da filmati del Bentzon stesso, ha costituito il nucleo dell’iniziativa.

Ho potuto percepire e verificare alla fine dell’incontro, grazie alle tante domande del pubblico, molto specifiche e attinenti, l’interesse profondo degli ascoltatori verso l’argomento presentato: le launeddas.

Sento che c’è un rinnovato interesse nei giovani, verso la musica della Sardegna, una musica con la M maiuscola, ancora non compresa da tutti. Mi ha rincuorato molto vedere gli ascoltatori attenti e partecipi e che mi hanno restituito una energia importante.
Grazie a tutti
M.P.


26 febbraio 2020
CONFERENZA SULLE LAUNEDDAS
Associazione ISCANDULA
CPIA1 Cagliari – Sede di SESTU (CA)
Prof.ssa Tiziana Pireddu

Relatore: Maurizio Puxeddu

PROGRAMMA
Presentazione
Le launeddas
Il ricercatore W.F.A.Bentzon
Proiezione del film documentario IS LAUNEDDAS
Esercizi pratici con la respirazione circolare
Domande del pubblico

Insulae, una performance musicale di M.Puxeddu per ILLADOR

INSULAE – Performance musicale di Maurizio Puxeddu
Strumenti musicali tradizionali della Sardegna utilizzati: launeddas, sulittu, bena, bena ‘e corru, ghitarra, corru marinu, trunfa, pitiolus, ischiglittos

E’ una iniziativa realizzata nell’ambito della mostra fotografica ILLADOR di Marina Anedda, allestita in contesti suggestivi.

“Ripercorrendo i luoghi descritti dal filosofo tedesco Ernst Jünger, che nel 1954, durante un viaggio in Sardegna, si fermò a Villasimius, affascinato dall’essenza primigenia del luogo, l’autrice di “Illador”, attraverso una intensa ricerca fotografica reinterpreta autonomamente l’opera del filosofo, utilizzando il bianco e nero per evitare che l’uso del colore possa alterare il senso filologico dell’operazione.”
Da www.emigratisardi.com

SPOLETO – 12 luglio 2002
in concomitanza col Festival dei Due Mondi

TORTOLI’ – 14 settembre 2002
Museo d’Arte Contemporanea Su Logu De S’Iscultura

Spoleto – Maurizio Puxeddu con chitarra sarda

Un testo di quasi vent’anni fa, del 2002, accompagnatorio alla performance.

INSULAE

Il primo pensiero va’ all’acqua.
Che lambisce le terre.
Acqua di mare duro contro la roccia.
Instancabile nel sovrumano scontro all’ultimo grano di materia,
all’ultima goccia di lagrima salina.
Dove l’abisso si prende la rivincita,
su quei natali incandescenti ed infuocati.
Di eruzioni e di lave.
Fumanti di liquido esalato.
Con molta calma, dando tempo al tempo.
Nei secoli e nei millenni. Erodendo.
Perché la roccia, ormai raffreddata,
immobile,
non può fuggire e avere scampo.
L’acqua. Trova la sua vendetta.
Nelle isole il tempo è un altro.

Scoprendole sulla linea del tramonto
mutano in approdo di cabotaggi stanchi.
Riferimento per navigatori di antiche rotte.
Salvagente
nella perdita dell’orizzonte liquido.
Poi si aprono mondi interni.
Possibili spazi limitati e limitanti,
ma profondi di conoscenza del se.
Dove scavare interiormente.
Quelle più piccole,
si contengono in uno sguardo.
La loro storia, in un pensiero,
in una sensazione.
Dalla creazione all’oggi.
Quelle più grandi,
ricche di storie tortuose,
riempiono i polmoni di vento profumato.
Generose di sole.
Ma tutte hanno il sentore
della condivisione
della particolare condizione geografica con gli altri, che vivono in altre isole.
Solitudine e separazione,
mista a condivisione.
Situazione ricercabile.
Consapevolezza del non essere solo.
Nelle isole il tempo è un altro.

Ma il primo pensiero va’ all’acqua.
Che lambisce le terre.

M.P.

Abbasalìa, non riesco neanche a leggerlo!

Quando leggi il titolo Abbasalìa hai la sensazione di affrontare una parola sconosciuta e di non saper dove posizionare l’accento. E’ come quando entri in acqua, nel mare, e ti spingi un po’ più in là dove non si tocca. L’acqua ti sostiene ma non troppo, vacilli. E’ come camminare sulla corda dell’equilibrista. Devi decidere in frazioni di secondo dove e come mettere il peso del tuo corpo bilanciandolo con le braccia aperte, pena la caduta più rovinosa.

Leggere il titolo Abbasalìa ti fa smuovere i neuroni, perché cominci anche a chiederti “che cosa vorrà dire?”.

E provi a declinare il termine con diverse inflessioni e accenti, cercando di ragionare sulla sua specifica ed etimologica provenienza: Abbasàlia, Abbàsalìa, Àbbasàlia, Abbasalià, Àbbasalìa…

Questo mi piace, tanto. 🙂

Strumenti musicali in Ritual Dance

Gli strumenti musicali utilizzati in Ritual Dance

Bena ‘e corru – E’ un aerofono ad ancia, costruito in canna e corno di bue. L’utilizzo del corno di bue come campana nella parte terminale proietta il suono e lo rende più nasale e caratteristico.

Dholak – E’ un tamburo bipelle (India e Pakistan), con fusto tornito in un blocco unico di legno, la bocca piu’ grande monta una pelle appesantita internamente da una pasta scura (siahi), tipica dei tamburi indiani, che ne permette la variabilità in altezza.

Tumbarinu ‘e Gavoi – Tamburo di grandi dimensioni, bipelle, suonato tradizionalmente con bacchette di legno, nella registrazione invece sono state usate le mani nude per rendere una sonorità più morbida e calda.

Darbuka – Tamburo a calice, tipico del nord Africa, Siria e Turchia. Nella registrazione spiccano i suoi caratteristici suoni molto presenti e acuti, inconfondibili.

Roland D50 – Lo storico sintetizzatore polifonico della Roland, in auge tra gli anni ’80 e ’90, qui utilizzato con un timbro particolare, che fa le veci di una sezione di archi sintetici o un coro, in lunghe armonie o pedali.

AMMENTOS DE SONOS – Mostra sonora itinerante di strumenti musicali sardi

AMMENTOS DE SONOS
Mostra sonora itinerante di strumenti musicali sardi
con conferenze dimostrative e visite guidate

Regione Autonoma della Sardegna
Assessorato alla pubblica Istruzione,
Beni Culturali, Informazione, Sport e Spettacolo

Consulta Zonale del “Monte Acuto”

Associazione INTERARTES

Allestimento a cura di Maurizio Puxeddu

dal 12 novembre al 23 dicembre 2001
Ozieri, Buddusò, Ittireddu, Ardara, Tula, Mores, Pattada, Alà dei Sardi, Nughedu S.Nicolò

Non è facile, oggi, opporsi alla perdita della nostra memoria storica, individuale e collettiva. Una delle vie per catturare l’attenzione della gente, e in particolare dei giovani, per le vicende e i valori del passato, è quella di stimolarne l’interesse per le proprie radici. Farlo – come fa il maestro Maurizio Puxeddu – attraverso l’incanto del suono, mostrando gli strumenti della tradizione, spiegandoli, facendoli ascoltare ed insegnando a costruirli, mi sembra una delle vie migliori.
Annamaria Janin

AMMENTOS DE SONOS porterà in tour, nei nove Comuni appartenenti alla Consulta Zonale del “Monte Acuto”, una mostra di oggetti relativi alla cultura musicale isolana (strumenti musicali tradizionali sardi, congegni e giocattoli sonori, libri, CD, cassette audio, video cassette, dischi a 45 gg, attrezzature e materiali per la costruzione, strumenti musicali provenienti dal bacino del Mediterraneo).

Per una più approfondita conoscenza del contenuto della mostra, sono previste conferenze dimostrative e visite guidate, dove gli strumenti verranno illustrati, sottolineando per ciascuno, provenienza, materiali, funzioni e musiche.

AMMENTOS DE SONOS, che ha già al suo attivo numerosi interventi nelle scuole e comuni della Sardegna, riscuotendo sempre un notevole interesse grazie al suo alto valore culturale e divulgativo legato all’incredibile patrimonio della cultura musicale nostrana, è stata l’occasione che ha permesso agli studenti di svariate scuole della Sardegna e ai visitatori in generale di entrare in contatto con la cultura tradizionale sarda o di continuare l’approfondimento dell’argomento specifico.

Il percorso nella mostra avrà inizio con i giocattoli sonori e i congegni sonori sino ad arrivare agli strumenti musicali veri e propri, attraverso diverse “stazioni”.

In queste “stazioni” il visitatore potrà soffermare la sua attenzione, grazie all’ausilio di panneli esplicativi appositamente realizzati e targhette (con l’indicazione del nome, provenienza, costruttore, data di costruzione dell’oggetto esposto), su categorie di strumenti, su varie sezioni dedicate ad un particolare aspetto della cultura musicale.

Sarà inoltre presente una postazione dedicata alla consultazione, ascolto e visione di libri, di CD audio, di video cassette, di audio cassette e 45 gg.

L’Associazione INTERARTES è in grado di proporre e realizzare (oltre ad AMMENTOS DE SONOS) altri progetti legati alla lingua e cultura della Sardegna come ad esempio vari tipi di laboratori, attività spettacolari e concertistiche, CORSI DI AGGIORNAMENTO per la formazione degli insegnati, PRODUZIONI di CD audio e VIDEO, STAMPA di PUBBLICAZIONI su argomenti relativi alla musica tradizionale e alla cultura sarda in generale.


Per consentire una ottimale fruizione della mostra da parte delle scolaresche è consigliata la prenotazione delle visite guidate.

Dal depliant della iniziativa