Gaia da “Abbasalìa – Storie dal vento e dal mare”

Da “Abbasalìa – Storie dal vento e dal mare”
Maurizio Puxeddu, musica e composizione
Silvia Layla, danza e coreografia

Alla Madre Terra
GAIA (Maurizio Puxeddu, 1996)
Per pianoforte e delay
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Gaia è un brano minimalista per pianoforte e delay, presenta ripetizioni e sovrapposizioni ritmiche di materiali elementari e minimi, associati ad un delay – un effetto elettronico – che crea in tempo reale una riproposizione dei suoni prodotti dal pianista.
Il delay in GAIA è utilizzato per creare una griglia ritmica pulsante, dal canale audio destro al sinistro, sulla quale il musicista appoggia tutti i materiali sonori e sviluppa il discorso musicale tranquillamente, facendo crescere e decrescere in maniera differente, tra mano destra e sinistra, la dinamica e la temporalità dei suoni, tra il suono del pianoforte e quello processato dal delay.

Questa versione registrata di GAIA è un tema da sviluppare. L’esecutore dal vivo può permettersi variazioni ed interazioni, giocando e relazionandosi col suo agire sui tasti alla griglia ritmica fissa (delay), in modo più importante che in registrazione, così da spostare il focus dinamico e temporale.

Ascolta GAIA nel video per Abbasalìa – Storie dal vento e dal mare

Abbasalìa, musica dalla Sardegna

ABBASALÌA

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Copyright © Maurizio Puxeddu (1996/2000)

L’album dal titolo ABBASALÌA raccoglie alcuni brani musicali per pianoforte, così come sono stati improvvisati e registrati da Maurizio Puxeddu tra il 1996 ed il 2000. Si è trattato di un lavoro preparatorio a un qualcosa di più articolato e complesso, un po’ come quando un pittore effettua un primo schizzo, a matita, a penna o a carboncino, dell’opera che ha intenzione di realizzare nella sua completezza. Spesso, in questi schizzi c’è tutto il patos ed il significato di ciò che potremmo percepire nell’opera che eventualmente si andrà a realizzare. Ci ritroviamo la freschezza dell’atto creativo ed espressivo.

La registrazione è avvenuta con un pianoforte, esattamente con lo stesso strumento originale sul quale i brani sono stati ideati e composti. Negli anni a seguire, sono stati poi preparati diversi arrangiamenti di queste musiche, per esecuzioni musicali dal vivo nei seguenti progetti musicali:

1996 – Aterusonus – Maurizio Puxeddu (launeddas, pianoforte), Alessandro Garau (percussioni), Adriano Orrù (contrabbasso)
1999 – The new launeddas – Maurizio Puxeddu (launeddas, fisarmonica), Silvia Corda (pianoforte), Adriano Orrù (contrabbasso), Massimo Cappai (sax soprano), Alessandro Corona (batteria, percussioni)
2000 – Intrecci – Maurizio Puxeddu (direzione, composizione, launeddas, pianoforte, invenzioni sonore, elettronica), Enrico Di Felice (flauti), Roberto Pellegrini (percussioni)
2000 – Mediterranea – Maurizio Puxeddu, Silvia Corda, Adriano Orrù, Roberto Pellegrini
2001 – Mediterranea – Maurizio Puxeddu (direzione, composizione, launeddas, pianoforte), Enrico Di Felice (flauti), Roberto Pellegrini (percussioni)
2002 – Keepers of the time – Maurizio Puxeddu (direzione, composizione e arrangiamenti, pianoforte, chitarra sarda, bena ‘e corru, pitiolus), Gianluigi Trovesi (clarini), Coro a Tenore “San Gavino” di Oniferi, Rossella Faa (voce), Enrico Di Felice (flauto traverso), Massimo Cappai (sax), Nicola Piras (sax), Giuseppe Orrù (launeddas), Renzo Zucca (launeddas), Fabrizio Meloni (violoncello), Pierpaolo Cardia (synth), Alberto Cabiddu (percussioni), Alessandro Corona (batteria), Massimo Tore (contrabbasso)

Ciò che ascolterete in questo album, finalizzato e pubblicato nel 2020, non sono le successive elaborazioni, ma i temi e gli sviluppi sonori originari.


Abbasalìa

1. Gaia (3’49”)
2. Wind and sea (5’37”)
3. Ballu tundu (4’38”)
4. Istedda (5’14”)
5. Bardana (4’34”)
6. Namuhni (2’50”)
7. Slavo meditation (2’48”)
8. Nurake (3’15”)
9. Remote dance (3’46”)
10. Mariazioni (9’42”)

Copyright © Maurizio Puxeddu (1996/2000)


Credits
Maurizio Puxeddu: Pianoforte

Composizioni di Maurizio Puxeddu
Editing audio e grafica di M.Puxeddu

Per l’editing audio sono stati utilizzati:
(1996-2000) SYNTRILLIUM SOFTWARE Cool Edit PRO, EDIROL UA-5,
(2020) PRESONUS Studio One 4 Professional, PRESONUS StudioLive 32 III, PRESONUS Eris 5, Bowers & Wilkins 601 S2.

Il pianoforte utilizzato è un GENERALMUSIC Real Piano PRO 2.

In Gaia e Remote dance è stato usato in real time un delay.


Ringraziamenti
Per la scelta della copertina ringrazio Enrico Di Felice perché, consigliandomi di ruotare in verticale la foto a colori invertiti che gli avevo sottoposto, mi ha acceso la lampadina. Guarda, sembra un mare con le onde spumeggianti. Anche la grafica vuole la sua parte e dovrebbe avere un significato contestuale.

Insulae, una performance musicale di M.Puxeddu per ILLADOR

INSULAE – Performance musicale di Maurizio Puxeddu
Strumenti musicali tradizionali della Sardegna utilizzati: launeddas, sulittu, bena, bena ‘e corru, ghitarra, corru marinu, trunfa, pitiolus, ischiglittos

E’ una iniziativa realizzata nell’ambito della mostra fotografica ILLADOR di Marina Anedda, allestita in contesti suggestivi.

“Ripercorrendo i luoghi descritti dal filosofo tedesco Ernst Jünger, che nel 1954, durante un viaggio in Sardegna, si fermò a Villasimius, affascinato dall’essenza primigenia del luogo, l’autrice di “Illador”, attraverso una intensa ricerca fotografica reinterpreta autonomamente l’opera del filosofo, utilizzando il bianco e nero per evitare che l’uso del colore possa alterare il senso filologico dell’operazione.”
Da www.emigratisardi.com

SPOLETO – 12 luglio 2002
in concomitanza col Festival dei Due Mondi

TORTOLI’ – 14 settembre 2002
Museo d’Arte Contemporanea Su Logu De S’Iscultura

Spoleto – Maurizio Puxeddu con chitarra sarda

Un testo di quasi vent’anni fa, del 2002, accompagnatorio alla performance.

INSULAE

Il primo pensiero va’ all’acqua.
Che lambisce le terre.
Acqua di mare duro contro la roccia.
Instancabile nel sovrumano scontro all’ultimo grano di materia,
all’ultima goccia di lagrima salina.
Dove l’abisso si prende la rivincita,
su quei natali incandescenti ed infuocati.
Di eruzioni e di lave.
Fumanti di liquido esalato.
Con molta calma, dando tempo al tempo.
Nei secoli e nei millenni. Erodendo.
Perché la roccia, ormai raffreddata,
immobile,
non può fuggire e avere scampo.
L’acqua. Trova la sua vendetta.
Nelle isole il tempo è un altro.

Scoprendole sulla linea del tramonto
mutano in approdo di cabotaggi stanchi.
Riferimento per navigatori di antiche rotte.
Salvagente
nella perdita dell’orizzonte liquido.
Poi si aprono mondi interni.
Possibili spazi limitati e limitanti,
ma profondi di conoscenza del se.
Dove scavare interiormente.
Quelle più piccole,
si contengono in uno sguardo.
La loro storia, in un pensiero,
in una sensazione.
Dalla creazione all’oggi.
Quelle più grandi,
ricche di storie tortuose,
riempiono i polmoni di vento profumato.
Generose di sole.
Ma tutte hanno il sentore
della condivisione
della particolare condizione geografica con gli altri, che vivono in altre isole.
Solitudine e separazione,
mista a condivisione.
Situazione ricercabile.
Consapevolezza del non essere solo.
Nelle isole il tempo è un altro.

Ma il primo pensiero va’ all’acqua.
Che lambisce le terre.

M.P.